PALAZZO REALE
I libri di viaggio del secolo scorso sono pieni di racconti intorno alla magnificenza della reale dimora. Essi ne celebrano le vaste sale, gl’intagliati e dorati soffitti, i quadri, gli arazzi, le lampade di cristallo di monte, gli arredi ed arnesi, cesellati, intarsiati, impiallacciati, ricchi d’oro, di pietre preziose, di madreperla e d’avorio, ed i pavimenti commessi ed intarsiati di varie specie di legni.
Davide Bertolotti, 1840
Nel 1688 Daniel Seyter venne chiamato da Roma per affrescare la galleria da allora detta “del Daniel”. Seyter, affiancato dal genovese Bartolomeo Guidobono, intervenne anche nell’appartamento al pianterreno, detto poi di Madama Felicita. Sul finire del Seicento, l’impianto del giardino fu rivisto e ampliato dal celebre architetto francese André Le Notre. Quando Vittorio Amedeo II ottenne il titolo regio, nel 1713, fu creata la cosiddetta “zona di comando”, annessa al palazzo e costituita da Segreterie, Uffici, Teatro Regio e Archivi di Stato.
Regista di tali interventi fu Filippo Juvarra, che realizzò anche la Scala delle Forbici e il Gabinetto Cinese. La carica di primo architetto regio passò poi a Benedetto Alfieri, che definì gli apparati decorativi degli appartamenti al secondo piano e allestì le nuove camere degli Archivi, affrescate da Francesco De Mura e da Gregorio Guglielmi.